Selezione del personale e work life balance: gestione del benessere nelle società di ricerca

  • December 12th, 2024
Selezione del personale e work life balance: gestione del benessere nelle società di ricerca

Lavorare nella selezione del personale in Italia: le sfide professionali nelle società di ricerca e in HR

L'equilibrio tra lavoro e vita privata è una delle sfide principali per i professionisti delle risorse umane. I responsabili della selezione del personale, gli head hunter e chi si occupa di executive search e talent acquisition devono gestire alti profili e rispondere a esigenze specifiche delle aziende, sempre in un processo che richiede attenzione ai dettagli, dalle fasi di ricerca alla valutazione dei candidati. L’intero processo di ricerca, la ricerca di personale qualificato, la definizione del profilo ideale, la creazione e stesura della job description dettagliate, la valutazione delle competenze, la definizione delle esigenze e la pubblicazione degli annunci di lavoro sono solo alcuni degli aspetti delle fasi del processo di selezione. A ciò si aggiunge la gestione di attività di employer branding, l'attività di ricerca sui social media per attrarre i migliori talenti con requisiti specifici e i profili executive, la creazione di nuove opportunità e la costante attenzione alla cultura aziendale. In un contesto che vede sempre più esigente la domanda di figure professionali altamente qualificate, la capacità di mantenere un buon equilibrio tra lavoro e vita privata diventa cruciale per evitare il burnout. Le risorse umane e specialmente gli head hunter, infatti, svolgono un ruolo fondamentale nell'orientare la propria azienda verso obiettivi di business, garantire la migliore qualità dei servizi hr e una candidate experience positiva, tuttavia è essenziale che anche loro trovino il tempo per rispondere alle proprie esigenze personali. In questo scenario, la selezione del personale e la gestione del personale non dovrebbero compromettere la qualità della vita professionale e personale di chi lavora nel settore.

Cos’è il work-life balance? Al di là della ricerca dei migliori talenti e delle società di ricerca

Il concetto di work-life balance nasce negli anni '70 in Gran Bretagna, quando si cominciava a riconoscere l'importanza di riuscire a bilanciare le responsabilità lavorative con quelle familiari e personali. In quel periodo, l'equilibrio tra vita professionale e privata veniva visto come una questione di benessere, ma senza troppa consapevolezza di quanto sarebbe stato complicato, in futuro, mantenere questa separazione.

Con l'avvento delle tecnologie digitali e il boom del lavoro da remoto e ibrido, il concetto di work-life balance ha subito una trasformazione radicale. Le nuove tecnologie hanno permesso ai lavoratori di essere sempre connessi, estendendo l'orario lavorativo ben oltre le ore tradizionali e creando una sorta di sovrapposizione tra lavoro e vita privata. Per i professionisti dell'amministrazione HR e gli head hunter questa "connessione continua" ha introdotto nuove sfide, dove la separazione tra le due dimensioni diventa sempre più difficile e il bilanciamento, sempre più sfuggente.

Oggi, raggiungere un equilibrio tra vita privata e professionale è una vera e propria impresa. I professionisti HR sono in continua "ricerca" non solo dei migliori candidati in cerca di lavoro, ma anche di un modo per costruire offerte di lavoro che permettano ai dipendenti di conciliare meglio i loro impegni lavorativi con quelli personali. In questo scenario, l’employer brand diventa cruciale: aziende con un forte brand devono dimostrare di saper rispettare la vita privata dei dipendenti, offrendo flessibilità e soluzioni che prevengano il rischio di burnout. La talent acquisition, infatti, deve andare oltre la semplice selezione di profili: deve considerare anche la qualità della vita dei dipendenti e la capacità dell'azienda di offrire opportunità di lavoro che rispondano a queste nuove esigenze, cercando sempre di individuare il candidato ideale che si adatti non solo alle necessità professionali, ma anche ai valori e alla cultura aziendale.

Nonostante le tecnologie offrano la possibilità di lavorare in modo più autonomo e flessibile, molti dipendenti si trovano a dover affrontare un carico di lavoro crescente che si estende nei momenti privati, compromettendo il loro benessere. Per i professionisti HR, il work-life balance non è più solo una questione di gestione del tempo, ma di garantire che i dipendenti possano preservare la loro salute mentale, evitando che la sfera lavorativa invada completamente quella privata. È un "processo di ricerca" continuo, dove l’obiettivo non è solo trovare una formula perfetta, ma riuscire a mantenere un equilibrio sano che supporti il benessere a lungo termine.

La filosofia dietro il work-life balance

Lillian Moller Gilbreth, figura pionieristica nell'ambito della gestione del lavoro e dell'efficienza, ha contribuito in modo significativo alla concezione moderna del work-life balance, influenzando le pratiche di gestione delle risorse umane. Nata nel 1878, Gilbreth è stata psicologa e ingegnere industriale, con una carriera caratterizzata dall'introduzione di tecniche che ottimizzavano i processi lavorativi, ma che si preoccupavano anche del benessere dei dipendenti. Nel contesto attuale, i professionisti HR, impegnati nel delicato "processo di ricerca" di talenti, possono trarre spunto dalle sue intuizioni per migliorare la qualità della vita lavorativa, rendendo il work-life balance una priorità.

Gilbreth ha riconosciuto che il lavoro non può essere visto come un'attività separata dalla vita personale o familiare, ma come una parte interconnessa della vita di ogni individuo. Questo approccio si rivela particolarmente rilevante oggi, dove le tecnologie e le nuove modalità di lavoro, come il lavoro da remoto e ibrido, hanno trasformato la separazione tra vita privata e professionale in una questione sempre più sfumata. Per i professionisti HR, che gestiscono le offerte di lavoro, il concetto di work-life balance sta diventando sempre più centrale. Non basta offrire lavoro, ma è fondamentale garantire un ambiente che promuova l’equilibrio tra vita privata e impegni professionali, in modo che i dipendenti possano vivere un’esperienza lavorativa soddisfacente e sostenibile.

Le teorie di Gilbreth hanno portato all’adozione di pratiche come l’ergonomia sul posto di lavoro e la pianificazione delle pause, che migliorano non solo la produttività, ma anche la qualità della vita dei lavoratori. Queste intuizioni si legano direttamente al moderno approccio al work-life balance, dove il benessere dei dipendenti non è visto come un ostacolo alla produttività, ma come un elemento che la favorisce. Per i professionisti HR coinvolti nel talent acquisition, l'integrazione di queste pratiche nel processo di selezione di personale qualificato può diventare un elemento distintivo, rendendo l'offerta di lavoro più attraente per i candidati. La definizione delle esigenze è un aspetto fondamentale.

Oggi, il bilanciamento tra lavoro e vita privata non è più una separazione rigida, ma un'interazione continua tra le due sfere. La filosofia attuale del work-life balance riconosce che, con le tecnologie che permettono di lavorare ovunque e in qualsiasi momento, le linee tra lavoro e vita privata sono sempre più fluide. Per le aziende, ciò significa che la talent acquisition non può concentrarsi solo sulla selezione dei candidati giusti, ma anche sulla creazione di un ambiente che supporti il benessere psicofisico dei lavoratori. Le società di ricerca specializzate in HR e head hunting devono considerare sempre di più l’importanza del work-life balance nella fase di ricerca dei candidati, utilizzando la banca dati di talenti per trovare professionisti che siano compatibili con le politiche aziendali di equilibrio tra vita professionale e privata.

Secondo i dati Istat del 2023, nonostante un aumento dell'occupazione tra i 20 e i 64 anni, i professionisti HR devono affrontare sfide continue per garantire un’efficace conciliazione tra impegni professionali e vita privata. Le disparità di genere e geografiche sono ancora evidenti, con le donne e i lavoratori del Sud e delle Isole che si trovano a fronteggiare tassi di occupazione più bassi e una maggiore non partecipazione al mercato del lavoro. La disuguaglianza nel lavoro domestico è un altro fattore che complica l’equilibrio, con le donne che dedicano una percentuale significativa del loro tempo alle faccende domestiche.

Le aziende che desiderano attrarre talenti qualificati devono adattarsi a queste realtà, offrendo politiche di lavoro flessibile, smart working e supporto alla conciliazione tra vita privata e professionale. Tuttavia, come spesso accade, la discrepanza tra le aspettative dei lavoratori e le misure adottate dalle aziende è ancora notevole. Per i professionisti HR, la sfida è quindi doppia: creare offerte di lavoro che rispondano alle esigenze dei dipendenti e allo stesso tempo costruire un employer brand che si distingua per la capacità di supportare il work-life balance.

Work-life balance o work-life blend?

In Italia, sta emergendo un fenomeno interessante che coinvolge anche la selezione del personale, chiamato "work-life blending", dove i confini tra lavoro e vita privata si fanno sempre più sfumati. Questo concetto si basa sulla sovrapposizione di attività lavorative e personali durante la giornata. Il 21,1% dei lavoratori italiani, ad esempio, afferma di lavorare oltre gli orari di lavoro e fuori dall'ufficio, con una media di circa un’ora e mezza in più ogni giorno. I professionisti, grazie alla flessibilità dello smart working, possono svolgere le loro attività anche fuori dall'ambiente di lavoro tradizionale, ma le aspettative dei datori di lavoro nel rispondere a comunicazioni fuori orario stanno mettendo a dura prova la gestione delle risorse umane.

Questo fenomeno aumenta il carico di lavoro e incide sulla qualità della vita dei lavoratori, riducendo il benessere psicologico. Le aziende, pur offrendo il vantaggio di lavorare da remoto o con orari flessibili, devono affrontare la difficoltà di conciliare le richieste in continuo aumento e le aspettative verso i dipendenti. La selezione di personale per ruoli manageriali o in ambito HR deve essere in grado di anticipare le esigenze di un mercato del lavoro che richiede sempre più flessibilità. L'adozione di politiche che promuovano un genuino work-life balance diventa essenziale, sia per attrarre i migliori talenti sia per migliorare la qualità della vita lavorativa, riducendo lo stress e favorendo una maggiore soddisfazione professionale.

Maggiori informazioni sui problemi tra vita privata e lavoro nel settore selezione del personale: l'impatto sulla salute fisica e mentale

La ricerca dell'equilibrio tra vita privata e lavoro non è solo una questione di benessere emotivo, ma anche di salute.

I professionisti delle risorse umane e i head hunter, nell'ambito del processo di recruiting, si avvalgono di diversi servizi hr per gestire l'intero processo di selezione. Dalla ricerca del personale, attraverso agenzie per il lavoro, alla pubblicazione degli annunci di lavoro, fino alla fase di selezione vera e propria, ogni passo richiede competenze tecniche e attenzione ai requisiti specifici richiesti dall'azienda. Attraverso tecniche di talent acquisition, i professionisti HR sono in grado di attrarre candidati altamente qualificati, cercando di rispondere alle esigenze dell’azienda e garantire che le candidature ricevute provengano dai candidati più adatti. Durante il colloquio di selezione, si valutano le competenze specifiche per determinare la migliore corrispondenza tra le capacità del candidato e le esigenze aziendali. I professionisti HR quindi si trovano spesso a gestire processi complessi di selezione del personale e executive search, un'attività che implica lunghe ore di ricerca, valutazione dei candidati e job analysis.

Studi scientifici hanno dimostrato che orari di lavoro prolungati e un carico eccessivo possono portare a rischi cardiaci, come l'ictus e la fibrillazione atriale. Inoltre, il mancato equilibrio tra lavoro e vita privata può portare a stress, irritabilità, difficoltà di concentrazione e, in casi estremi, a burnout. Soft skills come la resilienza e la gestione del tempo sono quindi cruciali per chi lavora nel campo delle risorse umane, per evitare che il processo di selezione del personale diventi un fattore di stress. Non solo la salute mentale ne risente, ma anche la capacità di gestire il personale e definire esigenze specifiche rischia di essere compromessa, riducendo la qualità delle assunzioni e del processo di ricerca.

Come Raggiungere l'Equilibrio?

Una delle domande frequenti è come raggiungere l'equilibrio vita-lavoro. Non esiste una formula perfetta per prendersi cura di ciò, ma, qui di seguito, si elencano maggiori informazioni sul tema. Ecco alcuni accorgimenti che possono aiutare:

  1. Ritagliarsi tempo per le relazioni sociali: una pianificazione adeguata del processo di recruiting riduce lo stress e permette di conciliare gli impegni sociali con il lavoro.
  2. Non trasformare il tempo libero in stress: il tempo libero deve essere dedicato al recupero delle energie, non a stressarsi per ciò che non è stato fatto.
  3. Imparare a dire no: a volte, dire "no" al proprio datore di lavoro o ai colleghi è fondamentale per preservare il proprio benessere.
  4. Creare confini ben precisi: stabilire regole chiare su quando e come essere reperibili per il lavoro è cruciale per separare le due sfere. La selezione di personale qualificato e l'analisi delle competenze richiedono concentrazione, e la gestione del tempo è essenziale per evitare l'esaurimento psicofisico.

Bilanciare la vita e il lavoro, tra casa e studi professionali/azienda, è possibile. Con questa serie di accorgimenti è possibile creare un ambiente che favorisce sia il benessere personale sia la produttività professionale. Investire nel proprio equilibrio emotivo e organizzativo non solo migliora la qualità della vita, ma contribuisce anche a ottenere risultati migliori sul lavoro, dimostrando che un'armonia tra le due dimensioni è non solo auspicabile, ma anche realizzabile.

L'impossibilità di separare lavoro e vita: un "processo di ricerca" senza fine per i professionisti HR

Nel contesto lavorativo odierno, molti professionisti nei servizi HR si trovano a dover affrontare una frustrazione crescente, cercando di aiutare i dipendenti a trovare un equilibrio tra vita privata e professionale. La convinzione che lavoro e vita personale debbano essere separati nettamente è ancora radicata, ma è proprio questa separazione che spesso non tiene conto della realtà dinamica della vita quotidiana. Per i professionisti HR, tentare di imporre una divisione tra lavoro e vita privata può sembrare una soluzione, ma raramente porta al benessere sperato.

Quando il "processo di ricerca" di una separazione perfetta non porta a risultati concreti, emerge una nuova consapevolezza: la vita è un insieme interconnesso, dove ogni parte influisce sulle altre. Non è possibile escludere una dimensione senza che le altre vengano toccate. Per questo motivo, i professionisti HR devono adattarsi alle nuove sfide, creando opportunità che rispettino l'equilibrio tra lavoro e vita privata dei dipendenti.

Dedicare una porzione equilibrata della giornata al lavoro permette ai dipendenti di sentirsi più produttivi, riducendo la frustrazione e migliorando le performance, sia a livello professionale che personale. Il talent acquisition efficace deve, quindi, considerare non solo la qualità delle assunzioni, ma anche le esigenze personali dei candidati, per garantire un ambiente lavorativo sano e produttivo. E se il "processo di ricerca" non finisce mai, forse è proprio perché il miglior equilibrio è sempre in continua evoluzione.

Work Life Balance nella professione HR: un modello in crescita

Oggi, il concetto di work-life balance sta guadagnando sempre più terreno come modello di riferimento nella professione HR, dove le esigenze del lavoro e della vita privata devono essere gestite in modo armonioso. Invece di cercare una separazione rigida tra le due dimensioni – la sfera professionale e quella personale – si promuove un’integrazione fluida. Questo approccio, che punta a un adattamento dinamico, consente ai professionisti HR di soddisfare le esigenze del cliente e quelle personali, favorendo una crescita personale costante. Le dinamiche professionali nel mondo delle risorse umane sono in continua evoluzione, accelerate dall'uso di tecnologie digitali, social media e dalla crescente possibilità di lavorare da remoto.

Un cambiamento di prospettiva nella professione HR

Come sottolineato da esperti del settore, non esiste un equilibrio perfetto tra lavoro e vita privata. La vita di un professionista delle risorse umane all'interno di una agenzia per il lavoro è un’entità dinamica che si evolve continuamente. Le sfide che derivano dal servizio di ricerca, dalla selezione del personale, dalla gestione del personale e dalla cura del profilo ricercato si intrecciano inevitabilmente con le necessità familiari e personali. Cercare di separare rigidamente questi aspetti è ormai una visione obsoleta. La chiave per i professionisti HR sta nell’abbracciare una work-life integration che consenta al lavoro e alla vita privata di coesistere armoniosamente, migliorando così il benessere complessivo e la qualità della vita.

Fluidità tra lavoro e vita personale: un’esigenza sempre in aumento

Nel contesto odierno, l’integrazione tra lavoro e vita privata sta diventando sempre più cruciale. Per i professionisti HR, l’adozione di orari flessibili e la possibilità di lavorare da remoto rappresentano un valore aggiunto: sono strumenti essenziali per armonizzare i vari impegni, senza sacrificare nessuna delle due dimensioni. Non si tratta più di dover scegliere tra il lavoro e la famiglia, ma di trovare modi per combinare entrambi in modo naturale e sostenibile, in base alle necessità quotidiane. Ad esempio, un professionista HR che deve partecipare a una sessione di selezione del personale può comunque integrare gli impegni familiari, grazie alla flessibilità degli orari.

Gestione dinamica delle priorità nella professione HR

Un altro elemento fondamentale della work-life integration riguarda la gestione dinamica delle priorità. Piuttosto che seguire un programma rigido, i professionisti HR devono essere in grado di adattare le proprie attività in base agli impegni del momento, come la gestione della candidatura ricevuta o la stesura di una nuova job description. Questo richiede una forte capacità di auto-regolarsi e di stabilire confini flessibili che permettano una vera integrazione, ma che allo stesso tempo siano sufficientemente definiti per non risultare invadenti. Adottare un approccio flessibile aiuta a migliorare il benessere psicologico dei membri del team e dei candidati ideali, evitando che si crei un continuo stato di "compromesso" tra le due aree.

Conclusione: un approccio dinamico e consapevole nella professione HR

In sintesi, la work-life integration nella professione HR non è un modello statico, ma un approccio dinamico che richiede un continuo adattamento alle esigenze aziendali e personali. I professionisti delle risorse umane devono essere pronti a rivedere costantemente il proprio stile di vita e le proprie priorità, per favorire una vera integrazione tra lavoro e vita privata. Questo cambiamento di prospettiva porta a un miglior processo di selezione e a una maggiore soddisfazione sia sul piano professionale che personale, migliorando la qualità della vita complessiva e la gestione delle risorse umane in modo equilibrato e consapevole.

Se il tuo team HR non dispone del tempo o degli strumenti adeguati per attrarre, intervistare e selezionare nuovi talenti per la tua organizzazione, affidati a professionisti esperti del settore. Ogni giorno dedichiamo svariate ore sul campo, lavorando a stretto contatto con i candidati per trovare le soluzioni migliori per le aziende, quindi contattaci.