Nuove regole fiscali per il rientro dei cervelli in Italia
Negli ultimi anni, secondo le ultime notizie, il rientro dei cervelli in Italia è diventato un tema cruciale, con notevole impatto sull'ambito fiscale e sulla legge di bilancio. Questo fenomeno coinvolge principalmente lavoratori altamente qualificati, italiani o con residenza in Italia, che avevano trasferito la propria residenza fiscale all'estero ma che ora stanno considerando seriamente un ritorno in patria. Le ragioni per tornare in Italia variano, ma spesso includono un desiderio di ricollegarsi alle radici, migliorare la qualità della vita, o partecipare allo sviluppo economico del Paese. Vediamo come il Governo Meloni sta affrontando la tematica, e che cosa questa nuova riforma può offrire a chi sposta la residenza fiscale nel territorio italiano.
Il nuovo orizzonte del rientro dei cervelli: fra regime agevolato e regime impatriati
A partire dal 2024, un'importante rivoluzione fiscale si profila all'orizzonte per i lavoratori impatriati in Italia, in quanto il regime speciale precedentemente in vigore (come stabilito dall'art. 16 del D.Lgs. n. 147/15 e dai co. 2-bis, 2-ter e 2-quater dell'art. 5 del D.L. n. 34/19) sarà abrogato dal governo di Giorgia Meloni. Al suo posto, emerge una nuova agevolazione fiscale, prevista nel quadro delle ultime disposizioni legislative connesse alla legge di bilancio 2024, denominate comunemente come il "decreto Anticipi," il quale ha ottenuto un primo via libera preliminare dal Consiglio dei Ministri il 16 ottobre.
Questa radicale trasformazione ha l'obiettivo di ridefinire il panorama delle agevolazioni fiscali per il rientro in Italia dei lavoratori impatriati, introducendo un cambiamento significativo rispetto alle normative precedenti. In particolare, l'agevolazione precedente sarà sostituita da un nuovo regime impatriati, anche se, bisogna sottolineare, meno allettante rispetto a quella a cui eravamo abituati.
La nuova normativa introduce una detassazione del 50% sul reddito, ma con un'importante clausola: questa agevolazione sarà applicabile solo nel caso in cui il reddito complessivo del contribuente non superi i 600.000 euro. Questo limite di reddito mira a circoscrivere i benefici dell'agevolazione fiscale ai lavoratori dotati di una data qualificazione e specializzazione, riducendo la portata del suo impatto.
Le sfide del nuovo decreto
Il "decreto Anticipi" rappresenta una risposta diretta alle esigenze emergenti legate al rientro dei cervelli nel Bel Paese, cercando di bilanciare le esigenze dello stato con le limitazioni economiche. Questa normativa è in linea con gli sforzi del governo italiano per incentivare il rientro dei talenti e delle competenze altamente qualificate nel territorio italiano, che si trovino in Unione Europea o al di fuori di essa.
Tuttavia, i dettagli esatti di questa normativa e la sua attuazione pratica dovranno essere definiti nei dettagli, e gli interessati dovranno prestare attenzione ai futuri sviluppi e alle indicazioni fornite dall’Agenzia delle Entrate in merito alla dichiarazione dei redditi e agli adempimenti fiscali connessi a questa nuova agevolazione.
Cosa cambierà dal 2024?
Dal 1° gennaio 2024, il panorama delle agevolazioni fiscali per i lavoratori impatriati in Italia subirà una significativa riforma. In particolare, il decreto legislativo n. 147 del 14 settembre 2015 (che riguardava i lavoratori impatriati) e gli articoli 5, commi 2-bis, 2-ter e 2-quater del decreto-legge n. 34 del 30 aprile 2019, successivamente convertito con modifiche dalla legge n. 58 del 28 giugno 2019, saranno abrogati.
Tuttavia, c'è una clausola di salvaguardia da considerare. Le disposizioni precedenti continueranno ad applicarsi per coloro che avranno ottenuto la loro residenza fiscale in Italia nel 2023. Poiché, ai fini della residenza fiscale, è richiesto un periodo di almeno 183 giorni di presenza in Italia, l'agevolazione sarà ancora disponibile solo per coloro che saranno rientrati entro il 2 luglio 2023. Questa clausola garantisce che i soggetti che già usufruivano delle agevolazioni o che avevano acquisito la residenza fiscale italiana nell'anno precedente possano continuare a beneficiarne. Le agevolazioni sul rientro in Italia, come le conoscevamo, erano state in vigore per diversi anni e avevano subito importanti revisioni nel 2016 e nel 2020. Tuttavia, la recente delega fiscale ha previsto l'introduzione di un nuovo regime agevolativo, caratterizzato da requisiti più restrittivi rispetto a quelli precedenti.
Il nuovo decreto legge è applicabile a tutti?
Per gli impatriati che trasferiscono la residenza in Italia a partire dal periodo successivo al 2 luglio 2023, a quanto pare, sarà possibile applicare il nuovo decreto legge. Tuttavia, esistono delle eccezioni: secondo quanto dichiarato dal Consiglio dei Ministri nel comunicato stampa del 16 ottobre 2023, sembrerebbe che alcune categorie rimarranno escluse da queste modifiche. In particolare, "restano invariate le disposizioni per i ricercatori, i lavoratori nei centri di ricerca, i professori universitari e i lavoratori dello sport già previste." Ciò suggerisce che le agevolazioni per i ricercatori e i docenti, come stabilito nell'articolo 44 del Decreto Legge n. 78 del 2010, e quelle per gli sportivi dovrebbero rimanere intatte, sebbene possano esserci ancora incertezze riguardo a quest'ultima categoria.
Questi importanti cambiamenti riflettono l'impegno del governo italiano nel rivedere e aggiornare le agevolazioni fiscali per i lavoratori impatriati, allo scopo di garantire una gestione più equa e sostenibile delle risorse fiscali del Paese. La loro attuazione pratica e le implicazioni precise saranno definite nei dettagli, e gli interessati dovranno prestare attenzione ai futuri sviluppi e alle istruzioni fornite dall’Agenzia delle Entrate in merito alla dichiarazione dei redditi e agli adempimenti fiscali relativi a questa nuova agevolazione.
Riforma del regime agevolato per il rientro dei cervelli in Italia: le novità dal 2024
Il nuovo regime agevolato sarà applicabile a diverse categorie di redditi, tra cui quelli derivanti dal lavoro dipendente, redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente e i redditi di lavoro autonomo prodotti in Italia da lavoratori che trasferiscono la loro residenza nel territorio italiano. Tuttavia, c'è un limite fondamentale: solo il 50% di tali redditi concorrerà alla formazione del reddito complessivo.
Vediamo, dunque, quali sono i profili che possono accedere al nuovo beneficio fiscale. Per essere idonei a questi incentivi fiscali, oltre a essere fiscalmente residenti in Italia (vedi sopra), i lavoratori dovranno soddisfare alcune condizioni specifiche:
Residenza fiscale precedente
Non devono essere stati fiscalmente residenti in Italia nei tre periodi d'imposta precedenti al loro trasferimento. Inoltre, si impegnano a risiedere fiscalmente nel territorio italiano per almeno cinque anni. Ad esempio, i lavoratori dipendenti che avranno trasferito la residenza fiscale in Italia nel 2024 dovranno considerare il periodo tra il 2021, il 2022 e il 2023 per verificare gli anni di residenza estera e dovranno mantenere la residenza fiscale in Italia fino al 2028.
Cambio di datore di lavoro
L'attività lavorativa deve essere svolta nel territorio italiano in virtù di un nuovo rapporto di lavoro con un datore di lavoro diverso da quello presso il quale il lavoratore era impiegato all'estero prima del trasferimento. In altre parole, è necessario un cambiamento di datore di lavoro dall'estero all'Italia.
Attività in Italia
L'attività lavorativa deve essere prevalentemente svolta sul territorio italiano, come previsto nelle disposizioni relative alle agevolazioni fiscali precedenti.
Qualificazione o specializzazione
I lavoratori devono essere in possesso dei requisiti di elevata qualificazione o specializzazione, come definiti dai decreti legislativi n. 108 del 28 giugno 2012 e n. 206 del 9 novembre 2007.
Le nuove disposizioni si applicheranno nel periodo di imposta in cui avviene il trasferimento della residenza fiscale in Italia e nei quattro periodi d'imposta successivi al periodo d’imposta iniziale, complessivamente per un totale di cinque anni. Se la residenza fiscale in Italia non viene mantenuta per almeno cinque anni consecutivi, il lavoratore perderà i benefici e l'Amministrazione finanziaria procederà al recupero di quelli già fruiti, con l'applicazione delle relative sanzioni e interessi.
Va notato che queste agevolazioni fiscali sono accessibili ai cittadini italiani iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE), nonché a coloro che non sono iscritti all'AIRE, ma che hanno avuto la residenza in un altro Stato in base a una convenzione contro le doppie imposizioni sui redditi nel triennio precedente.
Questa riforma fiscale, se da un lato stabilisce condizioni più rigorose per l'accesso alle agevolazioni, dall'altro rimane in linea con gli sforzi del governo italiano per attrarre lavoratori altamente qualificati e specializzati, contribuendo così allo sviluppo del Paese. Tuttavia, gli interessati dovranno seguire da vicino gli aggiornamenti dell’Agenzia delle Entrate in merito alla dichiarazione dei redditi e ai requisiti specifici per beneficiare di queste nuove agevolazioni fiscali.
I requisiti per le nuove agevolazioni fiscali: istruzioni per la fruizione del regime
Tra le novità più significative delle nuove agevolazioni fiscali destinate ai lavoratori che scelgono di spostare la propria residenza fiscale in Italia si annovera l'importanza dei requisiti di elevata specializzazione e qualificazione richiesti. La definizione di questi requisiti per la fruizione del regime può essere tratta dalla Circolare 17/E/2017 dell'Agenzia delle Entrate, paragrafo 3.2, la quale fa riferimento alle disposizioni stabilite dai decreti legislativi n. 108 del 28 giugno 2012 e n. 206 del 9 novembre 2007. Di seguito, riportiamo i requisiti previsti in dettaglio:
Conseguimento di un titolo di istruzione superiore
Questo titolo deve essere rilasciato da autorità competenti nel Paese in cui è stato ottenuto, attestando il completamento di un percorso di istruzione superiore di almeno tre anni di durata e della relativa qualifica professionale superiore. Quest'ultima deve rientrare nei livelli 1 (legislatori, imprenditori e alta dirigenza), 2 (professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione) e 3 (professioni tecniche) della classificazione ISTAT delle professioni CP 2011. Inoltre, deve essere attestata dal paese di provenienza e riconosciuta in Italia.
Possesso dei requisiti del decreto legislativo 6 Novembre 2007, n. 206
Questo requisito si applica in particolare all'esercizio delle professioni regolamentate dal suddetto decreto legislativo.
Questi requisiti di elevata qualificazione e specializzazione rappresentano una parte fondamentale delle nuove agevolazioni fiscali e riflettono il desiderio del governo italiano di attrarre professionisti altamente qualificati e competenti, contribuendo così al progresso e alla crescita economica del Paese.
Per coloro che intendono usufruire delle agevolazioni previste da questo nuovo regime fiscale, sarà essenziale comprendere appieno queste nuove disposizioni e assicurarsi che soddisfino i requisiti specifici per accedere a questi benefici fiscali. La chiarezza in merito a questi requisiti è cruciale per coloro che stanno pianificando il loro rientro in Italia e intendono usufruire delle nuove agevolazioni fiscali.
Rientro dei cervelli, taglio del cuneo fiscale e regime forfettario: quale collegamento?
Attraverso generosi incentivi fiscali, il nuovo regime agevolato per gli impatriati altamente qualificati potrebbe avere l'obiettivo di attrarre professionisti dall'estero per coprire posizioni specializzate difficili da reperire in Italia. Questo potrebbe essere collegato ad una volontà di supportare la competitività delle imprese italiane, analogamente a quanto fatto con il taglio del cuneo fiscale.
Inoltre, la riduzione della tassazione per i nuovi impatriati ricorda quella prevista dal regime forfettario; si potrebbe ipotizzare un orientamento a far convergere i regimi agevolati su schema impositivo simile. Il nuovo regime per lavoratori impatriati potrebbe avere la finalità di massimizzare il beneficio per le casse dello Stato, minimizzando il numero di soggetti agevolati. Anche questo potrebbe derivare dall'esigenza di finanziare il taglio del cuneo fiscale.
RED. Recruitment per le aziende e i lavoratori italiani
Il Governo ha preso una decisa svolta nelle agevolazioni fiscali destinate ai lavoratori che decidono di fare rientro in Italia. Per la fruizione del regime, chi intende beneficiare di queste agevolazioni dovrà soddisfare una serie di requisiti rigorosi, come il possesso di una qualificazione lavorativa o di una specializzazione riconosciuta, la dimostrazione di aver trascorso almeno tre anni all'estero e il mantenimento della residenza fiscale in Italia per almeno cinque anni consecutivi dal momento del rientro. Questo impone un impegno a lungo termine, altrimenti sarà prevista la restituzione dell'imposta non versata, oltre all'applicazione di sanzioni ed interessi. Come può un'agenzia per il lavoro aiutare allo stesso tempo aziende che vogliono accogliere italiani all'estero, e lavoratori residenti all’estero che vogliono rientrare in Italia?
Un'agenzia per il lavoro può svolgere un ruolo chiave nell'aiutare sia i lavoratori che le aziende a gestire le nuove agevolazioni fiscali previste dal Governo Meloni per i lavoratori che decidono di fare rientro in Italia. Ecco come un'agenzia per il lavoro può essere d'aiuto:
- Informazione e consulenza: Un'agenzia per il lavoro può informare i lavoratori autonomi o dipendenti e le aziende sulle nuove disposizioni fiscali e sui requisiti necessari per beneficiare delle agevolazioni. Questo è essenziale per garantire che i soggetti interessati comprendano appieno le implicazioni delle norme per potere accedere al beneficio.
- Valutazione dei requisiti: L'agenzia può aiutare i lavoratori a valutare se soddisfano i requisiti necessari per il regime fiscale agevolato. Ciò può includere la verifica delle qualificazioni lavorative e della specializzazione riconosciute, nonché la revisione dell'esperienza lavorativa all'estero e della residenza fiscale.
- Assistenza nella documentazione: Pur non avendo competenze nel trasferimento della residenza, l'agenzia può assistere nella raccolta e nella preparazione della documentazione necessaria per richiedere l'agevolazione fiscale, garantendo che tutto sia compilato correttamente e presentato nei termini prima del trasferimento in Italia.
- Assistenza nella ricerca del lavoro: Per i lavoratori che desiderano trovare un nuovo impiego in Italia dopo il trasferimento, un'agenzia per il lavoro può aiutare nella ricerca di opportunità lavorative che soddisfino i requisiti fiscali. Questo potrebbe includere servizi di recruiting, coaching e orientamento professionale.
- Supporto alle aziende: Per le aziende interessate a assumere lavoratori rientrati in Italia, un'agenzia per il lavoro può fornire assistenza nella ricerca di candidati qualificati che soddisfino i requisiti del regime fiscale agevolato. Questo può contribuire a semplificare il processo di assunzione.
In sintesi, un'agenzia per il lavoro può svolgere un ruolo di supporto fondamentale nel garantire il successo delle agevolazioni fiscali per il rientro in Italia, aiutando sia i lavoratori che le aziende a comprendere e adempiere ai requisiti necessari.
Nonostante i requisiti più rigidi, queste modifiche rappresentano un cambiamento significativo nelle politiche di agevolazione fiscale per il rientro dei lavoratori in Italia. L'obiettivo del governo è chiaro: attrarre professionisti altamente qualificati e specializzati per contribuire alla crescita economica e al progresso del Paese, e RED. Recruitment è qui per assicurare i migliori talenti alle migliori aziende.